La sera del 3 novembre 1975 io e mio padre rientrammo insieme a casa. Erano ormai finite le nostre sfide di corsa in salita a chi arrivava primo dal garage al portone di casa. Ricordo mio padre stanco, con la sua grande e pesante borsa di cuoio piena di libri e giornali. Il portiere del palazzo, Vito Fiandrini, aveva la porta del suo appartamento sempre aperta in funzione di controllo, e mentre aspettavamo l’ascensore sentimmo il TG della sera trasmettere la notizia della morte di Pasolini. Mio padre ebbe uno shock, non parlò e a casa si mise a vedere il telegiornale in silenzio.
Al Biondo Tevere é l’ultimo posto dove fu visto Pasolini: ci accompagnò Pino Pelosi a mangiare una pizza in un tavolino laterale, che sempre era il suo (lui aveva già cenato con Ninetto Davoli e la sua famiglia da Pommidoro a San Lorenzo).
Il ristorante é a pochi metri dall’uscita della mia scuola elementare, ha una grande terrazza sul Tevere, e ha visto passare pezzi della storia della Roma del dopoguerra: Scalfari e Berlinguer sono stati suoi ospiti; la comunità di dom Franzoni è a pochi passi, e poco più lontano il gazometro e i mercati generali; anche il cinodromo é vicinissimo.
Era il ristorante preferito dello scrittore Rocco Carbone, mio grande amico, che ci veniva spesso. Una volta pubblicò su Repubblica un lungo racconto/memoria sul ristorante. Dopo la sua morte precoce, andai a trovare i gestori e gli regalai il libro postumo di Rocco, che come il suo articolo é ancora in bella mostra.
Anche qui ho avuto bisogno di attese: solo a giugno nel suo percorso più lungo il sole arriva dietro la scritta
Ho aspettato che quel sole bruciasse il motivo per cui questa città é nata qui e ancora resiste: il biondo tevere
On the evening of 3 November 1975 my father and I returned home together. By this time our races up from the garage to see who would reach the front door first were over. I remember my father tired, with his big, heavy leather bag full of books and newspapers. The caretaker of the building, Vito Fiandrini, always left the door to his flat open to keep an eye out, and as we were waiting for the lift we heard Pasolini’s death announced on the evening news. My father was in shock, he didn’t speak, and at home he watched the news in silence.
Al Biondo Tevere is the last place Pasolini was seen. He took Pino Pelosi there to eat a pizza at a side table, which was always reserved for him (he’d already dined with Ninetto Davoli and his family at Pommidoro in San Lorenzo).
The restaurant is a few metres from the gate of my junior school. Its large terrace overlooks the Tiber and it has witnessed the passage of pieces of Rome’s history in the post-war period: Scalfari and Berlinguer dined there, Dom Franzoni’s community is just a stone’s throw away, and beyond that the Gazometro and the Mercati Generali, the dog track is also nearby.
It was the favourite restaurant of the writer Rocco Carbone, my close friend, who often came here. Once he published a long story/memory of the restaurant in La Repubblica. Following his premature death, I visited the owners and gave them Rocco’s posthumously published book, which is still there on display, like his article.
Here too I needed to wait: only in June, on its longest trajectory, does the sun arrive behind the sign.
I waited for the sun to set alight the reason for which this city was founded here and still endures: the blond Tiber.