(…) Diversamente dalle sculture uniformemente illuminate che rendono le loro informazioni visive all’occhio oggettivo dello storico dell’arte o del curatore del museo, le immagini di Delogu sono volutamente ombreggiate e talvolta difficili da decifrare. Invece di mostrare chiaramente questi oggetti scolpiti nel contesto dei musei in cui sono generalmente esposti, Delogu permette loro di emergere in modo fugace ed esitante da un buio profondo e dai contorni scarsamente definiti. Questi oggetti, del resto, erano originariamente intesi proprio per risiedere in tale buio, nella notte infinita delle tombe sepolte dell’antica Etruria. E giustapponendo queste immagini con le fotografie dei lontani discendenti dei patroni che originiariamente commissionarono questi busti ed effigi, sembra allo stesso tempo far rivivere i legami che queste sculture avevano una volta con una cultura vivente e vibrante. (…) Le fotografie di Marco Delogu regalano vita ai busti antichi e dignità alle facce moderne.
Geraldine Johnson su Ritratti etruschi di Marco Delogu