Entrando nello studio di Giosetta Fioroni vedo Marco Delogu di spalle, lo sguardo in macchina rivolto alla figura celata nel burqa nero in posa sullo sfondo de La bottega dell’antiquario.
Marco Delogu così come l’ho trovato, di spalle e assorto dalla scena che aveva di fronte, mi ha fatto venire in mente un disegno d’argento di Giosetta Fioroni del 1961, tratto da una fotografia dove tre bambini guardano verso il fondo. A quell’immagine associo il senso dello stupore. Coloro che ritraggono, credo posseggano una predisposizione allo stupore.
Senex. Ritratto d’artista è un’istallazione che per la disposizione degli elementi somiglia a una strada, evoca l’idea di un percorso.
Vi compare l’effige tridimensionale di Giosetta Fioroni che tiene per mano se stessa all’età di nove anni, una statua tutta bianca, di sapore metafisico, posta lungo un viale scandito dai light box di Marco Delogu. Ventitrè fotografie, parte a colori, parte in bianco e nero, nelle quali il fotografo ha seguito l’artista in una serie di travestimenti, assimilata alla pittura dei suoi quadri o posta nel contesto di paesaggi naturali.
Daniela Lancioni
Giosetta Fioroni non è ancora pronta all’impresa di senex, ma scruta nella sua faccia la profezia del corpo che s’inoltra. È al punto pieno dell’esperienza, vuole farsi leggere la ventura da Marco Delogu, fotografo immune da clemenza. Le rimanda ritratti di una sibilla sradicata su carta affumicata di alloro bruciato.
Erri De Luca